Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Ture Wennerholm


Da sinistra verso destra: Ture Wennerholm, Carlo Maurilio Lerici, Alessandro de Masi (Archivio fotografico dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma)

Ture Wennerholm (Stoccolma 1892 – Stoccolma 1957) è stato un architetto svedese. Formatosi presso il Royal Institute of Technology (KTH) e il Royal Institute of Art (KKH) di Stoccolma, durante i suoi studi ha lavorato a contatto con Gunnar Asplund, autore di alcuni dei più famosi progetti della capitale svedese, dalla Stockholm Public Library e l’annesso parco Observatorielunden, al salone del teatro Skandia, fino a Skogskyrkogården, il “cimitero del bosco”. Wennerholm si è concentrato in modo particolare sull’edilizia industriale facendo uso da una parte dei tratti peculiari del funzionalismo e dall’altra di quelli del classicismo. Tra le sue opere più conosciute va indubbiamente menzionato l’edificio L.M. Ericsson, sede fino al 2004 dell’omonima azienda svedese, che lo ha impiegato per molti anni, dal 1935 al 1956. Non solo Stoccolma: Wennerholm è stato attivo anche a Helsingborg, Norrköping e Göteborg.

Il contributo di Wennerholm alla costruzione della sede che ospita l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma risulta fondamentale per l’espletamento delle fasi burocratiche preliminari all’inizio della fase progettuale. Infatti tra gli incarichi pubblici assolti dall’architetto svedese dall’inizio degli anni Quaranta c’è quello presso la Direzione Reale degli Edifici Pubblici di Svezia e presso il Ministero degli Affari Esteri, dove segue la progettazione e la realizzazione di alcuni degli edifici sedi delle delegazioni straniere. Quest’ultimo incarico gli permette di conoscere i componenti del corpo diplomatico italiano tra cui sicuramente Carlo Maurilio Lerici, che è impegnato con l’ambasciatore Marcello Del Drago e il direttore dell’istituto, Carlo Morozzo della Rocca, a ottenere gratuitamente dalla Svezia un lotto di circa tremila metri quadrati del tutto simile a quello che l’Italia, nei primi anni Quaranta, cede a Roma nella zona di Valle Giulia per la costruzione la dell’Istituto Svedese di Studi Classici. È lo stesso Wennerholm che nel dicembre del 1952 propone, probabilmente su invito di Lerici, il sopracitato primo progetto per la sede dell’Istituto Italiano che viene pubblicato sia sulla stampa svedese che italiana a dimostrazione dell’importanza che questo presidio culturale ha all’epoca per entrambi i Paesi.

Approfondimenti
  • La prima parte del testo è di Marco Baruzzo
    La seconda parte del testo è di Giovanni Bellucci ed è tratta dal volume sulla storia e l'architettura dell'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma Enchanting Architecture (5 Continents Editions S.r.l.: Milano, 2021, cfr. p.171). Il volume è in vendita presso l'IIC e online a questo link.