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La Sede

La prima sede dell’Istituto di Stoccolma si trovava in un appartamento del quartiere di Östermalm, dove si svolgevano attività principalmente legate all’insegnamento della lingua italiana. Nel corso degli anni seguenti, l’esigenza di maggiori spazi si fece sempre più pressante, spingendo le autorità italiane a valutare l’ipotesi di costruire una sede indipendente. Un ruolo chiave nella fondazione del nuovo Istituto di Cultura fu ricoperto da Carlo Maurilio Lerici. Giunto in Svezia negli anni Trenta, dedicò la propria attività di industriale alla produzione dell’acciaio inossidabile, coltivando al contempo numerosi interessi culturali, soprattutto nell’ambito dell’archeologia.

Nel quadro degli accordi bilaterali, risalenti alla seconda metà degli anni Trenta, fra lo stato Italiano e quello svedese per la donazione di appezzamenti di terreno da destinare a istituti culturali, fu individuata un’area nel quartiere di Gärdet. Il progetto della nuova sede fu firmato da Gio Ponti in collaborazione con Pier Luigi NerviFerruccio Rossetti e donato a Carlo Maurilio Lerici, che si assunse l’onere di sostenere la maggior parte delle spese. La sede fu inaugurata, alla presenza del re di Svezia Gustavo VI Adolfo, il 24 novembre 1958.

Carlo Maurilio Lerici creò inoltre la Fondazione che porta il suo nome e che ancora oggi eroga borse di studio per cittadini italiani e svedesi che intendano svolgere progetti di ricerca in Italia o in Svezia in un ampio spettro disciplinare. La fondazione sostiene inoltre la pubblicazione di opere italiane e svedesi.

L’estro e la creatività di Gio Ponti non si limitano soltanto al progetto dell’edificio, ma si estendono a gran parte dell’arredo, testimoniando la sua passione per il design e la cura per i dettagli tipica dei suoi progetti.

All’interno dell’Istituto di Cultura si possono quindi ammirare poltrone, tavolini, lampade, scrivanie, sedie progettate da Ponti per alcuni prestigiosi marchi di design italiani, come CassinaArredoLuce e Cagliani&Marazza.

Fra i mobili di maggior pregio, spiccano alcuni esemplari della Superleggera del 1958 e pezzi unici disegnati da Ponti appositamente per questo istituto.

Con le sue forme eleganti, leggere ed asimmetriche, l’Istituto di Cultura rappresenta uno degli esempi più completi del design e del linguaggio architettonico di Ponti nel periodo del dopoguerra.

Approfondimenti
  • Foto di Luciano Romano