Inizia oggi al nostro Istituto la residenza della fotografa Claudia Amatruda, vincitrice della menzione speciale Nuove Traiettorie all’interno di Giovane Fotografia Italiana.
Giovane Fotografia Italiana è un’open call gratuita rivolta ad artiste e artisti under 35, promossa dal Comune di Reggio Emilia. Il progetto costituisce ormai un punto di riferimento nella scena artistica nazionale per la scoperta e la valorizzazione dei talenti emergenti della fotografia del nostro paese, ponendo particolare attenzione a ricerche caratterizzate da un approccio sperimentale. Nuove Traiettorie offre, a partire dall’anno scorso, l’opportunità a uno dei finalisti di Giovane Fotografia Italiana di svolgere una residenza d’artista a Stoccolma.
Durante la residenza Claudia Amatruda svoglierà una ricerca artistica che porterà alla creazione di una mostra per il nostro Istituto. Avrà anche occasione di immergersi nel mondo artistico svedese.
Il suo progetto, insieme all’iniziativa Nuove Traiettorie, sarà inoltre presentato il 7 settembre all’interno del Landskrona Foto Festival.
Il progetto con cui Amatruda ha partecipato a GFI si chiama Good Use Of My Bad Health e ha come punto di partenza le trasformazioni nel tempo che una malattia degenerativa rara compie sul corpo dell’artista.
Il lavoro di Amatruda si ispira alle teorie di Donna Haraway, per la quale l’unione tra cyborg e umani sfida le categorie tradizionali e binarie come uomo/donna, naturale/artificiale, e di Astrida Neimanis in Bodies of Water, secondo cui noi esseri umani siamo corpi acquatici e facciamo meno l’esperienza di noi stessi come entità isolate e più come gorghi oceanici in cui l’acqua è una continua gestazione di differenze. L’approccio postumano adottato da Amatruda trasforma il corpo in un teatro che accoglie elementi estranei ed evidenzia contaminazioni e metamorfosi servendosi dell’autoritratto. In particolare, l’artista ritrova il cyborg negli strumenti d’aiuto che, con il deteriorarsi del corpo, entrano a far parte del suo quotidiano, e considera l’acqua come metafora della relazione e della cura.
Claudia Amatruda (Foggia, 1995) è un’artista visuale laureata in Fotografia e Visual Design alla Naba di Milano. Il suo lavoro si concentra sulla rappresentazione del corpo attraverso la fotografia e video installazioni, trattando temi sociali sostenuti da ricerche su testi scientifici e letterari. Nel 2019 pubblica il libro fotografico Naiade, presentato attraverso talk nelle scuole e festival italiani per sensibilizzare sul tema delle malattie invisibili. Dal 2021 ad oggi il suo progetto When you Hear Hoofbeats Think of Horses, not Zebras viene esposto in Italia, Grecia, Francia, Olanda e Inghilterra. Nel 2022 vince la Menzione Speciale per la sezione Fotografia Emergente del Premio Francesco Fabbri. Secondo Il Giornale dell’Arte è tra i 30 artisti under 30 del 2023 e ha prodotto opere NFT durante una residenza artistica di PhotoVogue x Voice.com. Nel 2025 esporrà al Festival Gibellina PhotoRoad ed entrerà nella Collezione permanente della Fondazione Orestiadi in Sicilia.