Martedì 20 agosto alle 18 proiettiamo il documentario “Memoria dei Fluidi” che segue il lavoro dello scultore Giuseppe Penone. L’evento fa parte delle iniziative legate alla scultura “The Inner Flow of Life”, realizzata da Penone per il Parco di Sculture della Principessa Estelle e inaugurata lo scorso 30 maggio.
Il film è stato girato nel 2012 dal regista Giampaolo Penco per Videoest ed è stato premiato al Festival di Roma. Il documentario si sofferma in particolare sul rapporto uomo-natura, al centro dell’intera carriera artistica di Giuseppe Penone.
“La vita segreta della materia risiede nel movimento dei fluidi. Le vene sono la traccia di un’esistenza che si sviluppa nel corpo delle cose, appare nel marmo, nelle radici, nel tronco, nelle foglie e nell’uomo…”
Il film comincia con le riprese della costruzione e dell’installazione di una grande opera pubblica in bronzo per il GAM di Torino: “In Limine”. L’opera viene inaugurata dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia.
Da qui si comincia a raccontare il percorso artistico di Giuseppe Penone, le scelte radicali, il contrasto nei confronti della produzione artistica dell’epoca, che flirtava con le mode del consumo, il fascino delle tradizioni popolari del paese di montagna dove è nato, Garessio, in provincia di Cuneo. Lì è rimasta la casa di famiglia, il ricordo di un nonno scultore e di un padre agricoltore. Da lì nasce l’idea di identità come impronta, eredità di un passato rivendicato attraverso l’arte, in opposizione alla cultura contemporanea che ci spinge a cancellarlo.
Prima della proiezione suonerà il pianista Daniel Bengtson il brano “The Inner Flow of Life from Space” che ha scritto ispirato dalla scultura di Penone. Bengtson descrive così il processo di scrittura:
Ho letto tanto su Giuseppe Penone e il suo approccio artistico e ho guardato dei cortometraggi che descrivono il suo processo creativo. Il suo modo di lavorare mi ha ispirato molto e mi ha fatto pensare a nuovi modi di interpretare il linguaggio visivo e tradurlo in musica. Volevo cominciare raccontando la storia dei quattro blocchi di granita di 15 chili che sono stati spediti dall’Italia a Djurgården e posizionati uno sopra all’altro. Ho ottenuto questo effetto cominciando il brano con quattro accordi forti e pesanti. Successivamente, il pezzo si evolve in diversi passaggi emozionali derivati dalla mia interpretazione su come la scultura dialoga e armonizza con la natura e come viene percepita da noi osservatori. Finisce nello stesso modo in cui comincia ma in un colore e armonia diversi.
– Daniel Bengtson, pianista e compositore
Vi ricordiamo che la mostra “Trascrizione musicale della struttura degli alberi” di Penone è visitabile al nostro Istituto fino al 30 settembre 2024, e che la scultura “The Inner Flow of Life”, situata a Djurgården, ormai è una parte permanente del paesaggio artistico di Stoccolma.
Il regista
Giampaolo Penco, laureato in Lettere a Trieste e specializzato in Cinema presso l’Association Varan di Parigi nel 1982, è autore e regista televisivo dal 1983. Ha scritto, diretto e prodotto numerosi film documentari, videoclip e filmati industriali. Collabora con le reti RAI, per le quali ha realizzato un gran numero di documentari. Ha realizzato filmati anche per ORF, Tele +2, Mediaset, RSI e SFR Svizzera, RTV Slovenia, Planète, NRK Norvegia. I suoi film sono stati premiati all’Unesco Art Film Festival di Parigi, al Festival International du Film d’art et pedagogique di Parigi, al Festival Alpi Giulie e al Festival di Roma.
Giuseppe Penone
Giuseppe Penone è uno dei maggiori artisti italiani del secondo Novecento, protagonista del movimento Arte Povera, avanguardia artistica di grande influenza in ambito internazionale. Nato nel 1947 a Garessio, ha ricevuto riconoscimento artistico dalla fine degli anni Sessanta in quanto figura chiave del movimento Arte Povera. Da quel momento, ha avuto una carriera internazionale ai massimi livelli. Attraverso le sue sculture, ma anche in lavori realizzati con altri linguaggi artistici, Penone ha esplorato concetti quali il tempo, l’umanità e la natura, e le sue opere evidenziano i profondi e segreti legami che sussistono tra le cose. È stato spesso descritto come un maestro della materia, uno scultore con l’abilità di svelare l’invisibile e rendere possibile l’impossibile. Giuseppe Penone ha esposto il suo lavoro a livello internazionale in istituzioni come il Museo Guggenheim, il Rijkmuseum, lo Yorkshire Sculpture Park e i giardini di Versaillles. Ha partecipato a molte edizioni della Biennale di Venezia e di Documenta. I lavori di Penone si trovano in molte collezioni d’arte importanti, tra cui il Metropolitan Museum, il MoMa, il Centre Pompidou, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Tate Modern, l’Hamburger Bahnof, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, lo Stedelijk Museum e il Moderna Museet, per citarne alcuni. Penone ha ricevuto vari riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Praemium Imperiale International Arts Award nel 2014 e il Rolf Schock Prize for the Visual Arts da parte dell’Accademia Reale Svedese delle Arti. Nel 1989, è diventato il primo artista straniero ad essere nominato per il Premio Turner e, nel 2023, è stato eletto membro della Académie des Beaux-Arts.
Arte Povera
Il critico d’arte Germano Celant ha coniato il concetto di Arte Povera nel 1967 per descrivere le opere di un gruppo di giovani artisti italiani. Il movimento si è posto in contrapposizione alle forme tradizionali d’arte, privilegiando l’uso di materiali primordiali come terra, tessuti, corde, rami e sassi. Con le loro performance e attività gli artisti mirano a rendere labili le confini tra arte e vita. L’Arte Povera ha avuto una significativa influenza sull’arte contemporanea, nello specifico per mezzo del suo approccio concettuale e la ridefinizione di quali media possono essere considerati strumenti artistici.
Daniel Bengtson
Daniel Bengtson è un musicista, compositore e produttore svedese. Suona il pianoforte classico, la chitarra e il basso e canta in diverse formazioni rock, folk e altrock. Si è affermato grazie al suo Studio Rymden, con sede a Stoccolma. Ha collaborato con artisti come First Aid Kit, James Yorkston, Nina Persson, Goran Kajfes, Mats Gustafsson, Dina Ögon, Viagra Boys, Christer Bothén, Håkan Hellström e Julia Logan.
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