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Notte della cultura 2023

Sabato il 22 aprile, dalle ore 18 alle ore 24, l’Istituto Italiano di Cultura partecipa alla Notte della Cultura di Stoccolma con un programma che offre performance di teatro-danza e visite guidate dell’Istituto. Le performance sono a cura del ballerino e coreografo Damiano Ottavio Bigi, già membro delle compagnie storiche di Pina Bausch e Dimitris Papaioannou.

 

Programma della sera:

18 – Visita guidata dell’Istituto

19 – Performance di teatro-danza dei partecipanti della masterclass ATELIER a cura di Damiano Bigi

20:30 – Performance del solo “Citadel” di Damiano Bigi

21:30 – Performance del solo “Doppelt” di Damiano Bigi

22 – Performance di teatro-danza dei partecipanti della masterclass ATELIER a cura di Damiano Bigi

23 – Visita guidata dell’Istituto

24 – L’Istituto chiude

La serata prevede tre spettacoli di teatro-danza diversi:

Alle 19 e alle 21:30 i partecipanti della masterclass di Damiano Bigi, che si terrà in Istituto dal 18 al 21 aprile, si esibiscono con una performance di teatro-danza moderna preparata appositamente per l’occasione.

Alle 20:30 Damiano Bigi si esibisce con “Citadel”, un solo che presenta un personaggio in lotta con sé stesso. Il protagonista è infatti un personaggio pieno di domande, che prova a sconfiggere i suoi fantasmi, mentre il suo mondo interiore gli si stringe sempre più attorno, chiudendolo in una “cittadella”, in cerca dell’atto creativo.

Alle 21:30 Damiano Bigi presenta invece il solo “Doppelt”, nel quale interpreta un personaggio in metamorfosi. Il protagonista è cioè rappresentato nel mezzo di un viaggio in cui esplora aree diverse della coscienza, attraversando fasi diversi: si chiede cosa è stato, cos’è e cosa sarà.

Durante la serata l’Istituto, un progetto originale di Gio Ponti e una vera perla del design italiano, sarà aperto per le visite. In particolare, verranno programmate visite guidate e alle ore 18 e alle ore 23.

L’Istituto offre te e biscotti.

Damiano Ottavio Bigi, nato a Roma nel 1982, inizia la sua formazione artistica studiando danza classica alla scuola di Nabila El Kattam (Roma) e, successivamente, presso l’Opera di Roma. Nel 1996 si trasferisce in Francia per studiare al Rossella Hightower International Center di Cannes e termina gli studi presso la CNDC d’Angers L’Esquisse. Lavora con diversi coreografi celebri, quali Joëlle Bouvier, Claude Brumachon, (CCN di Nantes), Cyrill Davy, Abu Lagraa e Alvaro Restrepo (Colombia). Tra il 2005 e il 2017 è membro della storica compagnia di Pina Bausch al Tanztheater di Wuppertal, con cui continua ancora oggi a collaborare. Nell’ambito del suo lavoro a Wuppertal, ha partecipato alla creazione dei due ultimi spettacoli di Bausch: “Bamboo Blues” e “… como el musguito en la pietra ay si, si, si …”. Dopo la morte dell’artista, è parte del cast del documentario di Wim Wenders “Pina”. Oggi è membro della compagnia di Dimitris Papaioannou e ha fondato con Alessandra Paoletti la Fritz Company, con cui ha realizzato lo spettacolo “Un discreto protagonista”, attualmente in tour.

La sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma è un progetto firmato da Gio Ponti in collaborazione con Pier Luigi Nervi e Ferruccio Rossetti. La sede fu inaugurata, alla presenza del re di Svezia Gustavo VI Adolfo, il 24 novembre 1958.

L’estro e la creatività di Gio Ponti non si limitano soltanto al progetto dell’edificio, ma si estendono a gran parte dell’arredo, testimoniando la sua passione per il design e la cura per i dettagli tipica dei suoi progetti. All’interno dell’Istituto di Cultura si possono quindi ammirare poltrone, tavolini, lampade, scrivanie, sedie progettate da Ponti per alcuni prestigiosi marchi di design italiani, come Cassina, ArredoLuce e Cagliani&Marazza. Fra i mobili di maggior pregio, spiccano alcuni esemplari della Superleggera del 1958 e pezzi unici disegnati da Ponti appositamente per questo istituto.

Con le sue forme eleganti, leggere ed asimmetriche, l’Istituto di Cultura rappresenta uno degli esempi più completi del design e del linguaggio architettonico di Ponti nel periodo del dopoguerra.

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