XVIII edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo 15-21 ottobre 2018: “L’italiano e la rete, le reti per l’italiano”.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Incontro con l’autore Mauro Covacich e con Alessandro Beretta “La parola che connette: dalla pagina alla rete”. In collaborazione con Corriere della Sera la Lettura.
Mauro Covacich, scrittore di confine e intersezioni, incontra i suoi lettori svedesi a partire dai libri A perdifiato e La sposa, pubblicati in Svezia dalla casa editrice Contempo, per poi condividere un’esperienza personale emblematica delle potenzialità degli strumenti social. Diventata racconto sulle colonne del supplemento domenicale la Lettura del Corriere della Sera, è la storia di sua madre che, a 77 anni, si è iscritta a Facebook, sconfiggendo la solitudine.
La XVIII Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo si svolgerà dal 15 al 21 ottobre 2018, con il titolo L’italiano e la rete, le reti per l’italiano. Durante le giornate il pubblico potrà riflettere insieme agli ospiti sul rapporto fra la nostra lingua e il mondo di internet, i continui e repentini mutamenti che essa attraversa e le prospettive dischiuse dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Una rete che, per un verso, avvicina superando distanze e confini, per l’altro abbraccia e comprende, facendo sentire parte della stessa trama sia i parlanti sia i fruitori, non importa quanto lontani fra loro o dal proprio Paese.
Nei due appuntamenti che si svolgeranno presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, il focus del dibattito sarà il carattere camaleontico della nostra lingua, diversa secondo i contesti, l’oralità o la scrittura, l’età di chi parla e di chi ascolta. Con un denominatore comune: il bisogno di interagire. A quale alfabeto sentimentale fanno ricorso gli appartenenti a una generazione nata e cresciuta senza internet ma che nella tecnologia scopre nuove possibilità mai immaginate? E quali sentimenti riescono a esprimersi proprio grazie ai social che, mentre illudono con l’immediatezza del contatto, permettono invece di re-inventarsi come novelli Cyrano? Che si tratti di narrativa come di giornalismo, l’interrogativo di partenza è il medesimo: come dare voce al nostro pensiero.
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