Giovedì 3 aprile alle ore 17:30 l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma ospita Mercurio, un incontro tra danza e musica dal vivo, firmato dalla coreografa e performer Luna Cenere e dal sassofonista e compositore Antonio Raia.
Ispirato alla natura ambivalente del mercurio – metallo pesante ma liquido, simbolo alchemico che racchiude le forze di Luna, Sole e Terra – lo spettacolo esplora il concetto di dualità: maschile e femminile, obliquità di senso e trasversalità, senza escludere la dimensione del viaggio e del rischio. Un viaggio che intreccia astronomia, mitologia e ricerca coreografica, dando vita a una performance fluida e imprevedibile, come l’elemento a cui si ispira.
Attraverso la fisicità essenziale di Luna Cenere e il suono evocativo del sassofono di Antonio Raia, Mercurio si trasforma in un’esperienza immersiva, dove il gesto e la musica dialogano senza confini.
Durata: 50 minuti
Produzione esecutiva: Zebra Cultural Zoo / We-Start
Light design e direzione tecnica: Nicola Mancini
Premiere: Festival Danza Estate
Lo spettacolo è una coproduzione We-Start, Centro di Produzione Piemonte Orientale, Bolzano Danza | Tanz Bozen, OperaEstate Festival e FDE Festival Danza Estate Bergamo, in collaborazione con Bergamo Jazz Festival nell’ambito del progetto BoNo!, iniziativa dedicata all’incontro tra musica e coreografia.
Con questo evento il nostro Istituto inizia una collaborazione con la NID Platform, attivando una serie di iniziative legate alla danza contemporanea italiana in Svezia.
Gli artisti
Luna Cenere – danzatrice e coreografa
Premiata alla Biennale di Venezia e riconosciuta tra le più innovative coreografe italiane, Luna Cenere ha conquistato il pubblico con un linguaggio corporeo essenziale e potente. Vincitrice del Premio Danza&Danza come Coreografa Emergente 2020, il suo lavoro è stato presentato nei principali festival internazionali.
Antonio Raia – sassofonista e compositore
Artista dalla ricerca sonora inconfondibile, Antonio Raia ha all’attivo oltre 500 performance in Europa, collaborando con musei, festival e artisti di diverse discipline. La prestigiosa rivista The Wire lo ha definito “wind through metal”, sottolineando la sua capacità di trasformare il sassofono in una voce espressiva senza confini.
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