Il 27 gennaio alle ore 18 per celebrare la Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale che vuole commemorare le vittime della Shoah, è ospite dell’Istituto Bruno Maida, professore di storia contemporanea e storia dell’infanzia all’università di Torino assieme alla scrittrice svedese Lena Einhorn.
L’evento prevede una esposizione da parte del prof. Maida sulla situazione dei bambini durante la Shoah e il ruolo svolto dall’Italia in quel momento storico. Raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici anni per i bambini. Sia per coloro cresciuti nell’educazione al razzismo e alla guerra, ma soprattutto per i bambini ebrei, allontanati da scuola, testimoni impotenti della progressiva emarginazione sociale e lavorativa dei genitori e in moltissimi casi della distruzione e dell’eliminazione fisica della propria famiglia. A seguire un dialogo a due con la scrittrice Lena Einhorn, interessata al tema della Shoa poiché la madre fu una delle ultime a lasciare il ghetto di Varsavia. La storia è da lei narrata nel libro Ninas resa, di cui ha diretto anche il film.
A conclusione è prevista una sessione di domande e risposte da parte del pubblico. La conversazione si tiene in inglese.
Bruno Maida insegna Storia contemporanea e Storia dell’infanzia all’Università di Torino. È membro del Comitato tecnico-scientifico della Presidenza del Consiglio per la realizzazione del nuovo memoriale italiano ad Auschwitz. È membro del Comitato scientifico dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Tra le sue pubblicazioni: La Shoah dei bambini. La persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia, 1938-1945 (2013); L’infanzia nelle guerre del Novecento (2017); I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra (2021); Sciuscià. Bambini e ragazzi di strada nell’Italia del dopoguerra¸1943-1948 (2024), tutti editi da Einaudi.
Lena Einhorn è una scrittrice e regista, con una laurea in medicina. Nel suo libro Ninas resa racconta la storia di sua madre e della sua fuga dal ghetto di Varsavia. Dal libro è stato tratto un film diretto dalla stessa autrice. Entrambe le produzioni hanno ricevuto premi e riconoscimenti. Nel 2019 pubblica l’autobiografia Den tunna isen, anche questo con successo di critica e pubblico. Su un secondo versante culturale ha pubblicato in tre libri le sue ricerche sulle origini della religione cristiana in rapporto a quella ebraica. L’ultima fatica, del 2023, il racconto En låda apelsiner basato sull’infanzia drammatica del giornalista ebreo Jackie Jakubowski.
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