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Nuove Traiettorie – residenza di fotografia di Erdiola Kanda Mustafaj

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Dal 29 settembre al 2 novembre 2025 la fotografa Erdiola Kanda Mustafaj, vincitrice della menzione speciale Nuove Traiettorie all’interno di Giovane Fotografia Italiana, ha svolto una residenza artistica presso il nostro Istituto.

Durante la residenza, Erdiola Kanda Mustafaj ha svolto una ricerca artistica che porterà alla creazione di una mostra per il nostro Istituto. Ha inoltre avuto occasione di immergersi nel mondo artistico svedese attraverso incontri con personalità culturali e visite a musei e gallerie.

Giovane Fotografia Italiana è un’open call gratuita rivolta ad artiste e artisti under 35, promossa dal Comune di Reggio Emilia. Il progetto costituisce ormai un punto di riferimento nella scena artistica nazionale per la scoperta e la valorizzazione dei talenti emergenti della fotografia del nostro paese, ponendo particolare attenzione a ricerche caratterizzate da un approccio sperimentale. Nuove Traiettorie offre, a partire dal 2023, l’opportunità a uno dei finalisti di Giovane Fotografia Italiana di svolgere una residenza d’artista a Stoccolma.

 

Il progetto con cui Kanda Mustafaj ha partecipato a GFI si chiama Pasqyra e Lëndës (Sommario).

“Questo progetto, fatto di immagini frammentarie che ho scattato negli ultimi sei anni tra l’Albania, la Grecia e l’Italia, viene qui presentato come una metafora che invita lo spettatore a riflettere sulla circolarità del tempo e della storia, tra la sovrapposizione di geografie disparate e l’intimità di un paesaggio complesso e meditativo, che paradossalmente fa nascere il conflitto tra generazioni in perpetuo movimento.

Concentrandomi sulla politica e sul paesaggio, desidero richiamare l’attenzione sul significato della diaspora e sul suo impatto sull’ambiente. In questa serie di fotografie, atmosfere sublimi appaiono e scompaiono, alcuni luoghi sono stati trasfigurati, in altri troviamo rituali che mostrano una tensione all’interno del paesaggio, offrendo un doppio sguardo e costruendo insieme una sorta di archeologia della memoria dimenticata dell’esilio.

L’esule è una figura distaccata, sfugge alle coordinate del tempo, è continuamente fuori sincrono, espulso dalle terre ancestrali, questa figura esotica incarna una realtà che si forma a partire da memoria dislocata, aprendosi alla creazione del mito che riposa da qualche parte tra la verità e la distorsione. E il ricordo diventa il sarcofago da cui emergono strutture amorfe che lacerano lo spazio del visibile, e il sudario bianco della carta fotografica si trasforma qui nella somma di utopie vissute e raccontate mille volte, ombre che naufragano sulla spiaggia della memoria come il relitto di una nave.”

Progetto presentato in Giovane Fotografia Italiana #12 | UNIRE / BRIDGING

 

Erdiola Kanda Mustafaj è un’artista visiva italo-albanese. Nella sua ricerca artistica combina con estrema fluidità immagine, video, scrittura e suono, ripercorrendo la travagliata storia del suo Paese in una narrazione che si intreccia con la tradizione orale, il mito e la fiaba, offrendo una visione personale del patrimonio spirituale dell’Albania.

Le sue opere si articolano principalmente in un rapporto profondo con lo spazio, e la sua trasformazione, in cui la materia prima e l’uomo creano una connessione, inseparabile, modellandosi a vicenda senza gerarchie di valori. L’atto fotografico diventa quindi un processo intimo, una metamorfosi delle forme in relazione allo spazio e al tempo, guardando soprattutto ai diversi modi in cui incarniamo la memoria.

Nel 2019 ha esposto ad Arthouse e al Marubi National museum of photography in Albania e più recentemente ha partecipato alla residenza tenuta da Photoxenia in Grecia, sostenuta dalla G&A Mamidakis Foundation. In 2024 è stata finalista al Ardhje Contemporary Art Prize in Tirana e nel 2025 ha inaugurato una solo exhibition at Kunst-im-kreuzgang, Bielefeld (Germany). Attualmente fa parte della masterclass Reflexions 2.0.