Lo scarto, il consumo, lo spreco, la collezione, la traccia. Chiara Capellini mette in mostra un lungo processo di studio, viaggio e ossessiva ricerca di residui lasciati in qualche modo dall’uomo. Residui come frammenti di un passaggio – casuale o volontario –, di un’azione sviluppata con un fine preciso, ormai normale e incontrollato, quello della produzione a catena per un consumo finale. Le Carte da forno. Un passo, anzi due, di avanzamento: comprendere le potenzialità di una traccia, e il viaggio. Dal personale lavoro sul recupero del residuo e la creazione di una nuova forma e funzione, Chiara Capellini ha così incominciato un percorso preciso, spinta da una compulsiva osservazione e necessità di catalogare e collezionare più dettagli possibili. Da un gesto apparentemente normale e semplice, da un’azione quotidiana come quella di un panettiere, un artigiano che manualmente, ogni giorno, restituisce una forma a una materia di prima necessità come il pane, ecco che ha preso vita il secondo progetto: recuperare il maggior numero di carte da forno utilizzate dai fornai di tutta Italia, rubando le tracce di questo lavorìo e rendendole anch’esse opere uniche.Chiara ha così incominciato un viaggio in diversi capoluoghi d’Italia. Da Milano – dove l’idea archetipa ha iniziato nei forni dello storico Gianni Berni – a Roma, Venezia, Bologna, Firenze, Padova, Napoli, Ischia, Bari, per portare via i residui di questo lavoro quantitativamente impressionante. Le carte da forno hanno impressa la traccia di ciò che è stato prodotto. Come una sindone, questo velo, oggi utilizzato dai forni che hanno grande richiesta – l’artista ha infatti scelto città con più di 200,000 abitanti – è necessario per una produzione sempre maggiore, come risposta a un consumo maggiore. Il cibo come bene primario di cui l’uomo ha necessità. Ecco che le carte da forno vengono cercate, selezionate e collezionate dall’artista per poi renderle una testimonianza di un passaggio. Alcune, quelle esteticamente più armoniose, sotto teca e ordinate con un codice alfanumerico che indica anche la città di provenienza, come pezzi unici, come reperti creati dalla mano dell’uomo e trasformati dal pensiero e un grande lavoro di chi ha saputo coglierne un’altra essenza. Altre appese con piccole calamite, dal fluido e volatile impatto tridimensionale, dato dal gioco di luci e ombre. www.chiaracapellini.cominstagram: chiara_capellini info@chiaracapellini.com