Dal Risorgimento alle più recenti missioni militari internazionali, la rappresentazione della guerra è stata caratterizzata, in Italia, dalla compresenza di due immagini: l’eroe guerriero, che si distingue non solo per coraggio e dedizione, ma anche per sensibilità e generosità verso la popolazione nemica; la madre in lutto, pronta a sopportare il sacrificio di un figlio per il bene della Nazione. Come si è sviluppata questa narrazione nel tempo, e in che modo i diversi attori (Stato, Chiesa, famiglia) l’hanno plasmata e comunicata? Infine: la morte di un soldato, e il lutto della sua famiglia, sono ancora giustificati con l’appello alla Patria o, al tempo delle missioni umanitarie, alla morte in guerra è attribuito un significato diverso?
Monica Quirico è ricercatrice presso l’istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea Aldo Agosti di Torino (ISTORETO), dove studia il caso italiano nell’ambito del progetto di ricerca internazionale, coordinato dall’Università di Stoccolma e finanziato dal Consiglio nazionale della ricerca svedese (VR), “The Politics of Military Loss in Contemporary Europe”.